domenica 1 gennaio 2012

Misery, Stephen King

"La osservava attentamente e di nuovo scorse nei suoi occhi un bagliore d'incertezza, il desiderio di credergli. Bene. Molto bene. Le rivolse l'espressione più sincera che gli riuscì di confezionare e di nuovo immaginò in cuor suo di conficcarle un coccio di vetro in gola, per far defluire una volta per tutte il sangue da quel suo pazzo cervello"

La trama di Misery è più o meno nota a tutti, grazie anche al film di Rob Reiner "Misery non deve morire" (devo ancora vederlo, non vedo l'ora di osservare l'adorabile Kathy Bates di "Pomodori verdi fritti" e "A proposito di Schmidt" mentre da fuori di matto e si guadagna l'Oscar :D *). Siamo alle prese con lo scrittore Paul Sheldon, autore della serie di romanzi incentrati sulla figura di Misery, eroina delle lettrici americane e soprattutto, eroina di Annie Wilkes. Un giorno Paul si sveglierà proprio a casa di quest'ultima, ma non pensiamo a una liaision (sempre che si scriva così) amorosa o roba del genere.. la caritatevole Annie ve la immaginereste risalire la montagna a bordo del vecchio Bessie, sperando di non incrociare quelle sporche burbe dei vicini, quei caccolicchio di signor rompiscatole di cui è popolato il mondo, risalire la montagna prudente come Annie sa essere ed imbattersi in un auto capottata a margine dell strada. Fortuna vuole che quell'auto sia del suo scrittore preferito, e che il suo proprietario si trovi ancora all'interno, tramortito e con le gambe maciullate. A questo punto Annie la brava bambina soccorrerebbe il poverino, lo porterebbe all'ospedale e tutti sarebbero contenti. Ma non la nostra Annie, lei è troppo troppo generosa per lasciare che degli sconosciuti si occupino del povero malcapitato, tanto meglio portarselo a casa e curarlo di persona, tanto meglio se si tratta proprio dell'uomo di cui lei è la fan numero 1. 
Così Paul Sheldon si risveglia tramortito in una stanza, segni di aghi sulle braccia e una nuova dipendenza da codeina (sotto forma di farmaco immaginario chiamato Novril). Davanti agli occhi questa disgustosa donnona esaltata fan di Misery, Annie Wilkies. Facile intuire che questa proprio normale non sia, che non lascerà andare Paul mai e poi mai, a maggior ragione dopo aver letto l'ultimo capitolo della saga di Misery in cui la malcapitata eroina morirà dando alla luce il figlio.
Da qui inizia una lunga serie di violenze che Annie perpetuerà sul povero Paul, obbligandolo parallelamente a scrivere un nuovo capitolo della saga e tornare a far vivere Misery. 
Presto lo scrittore si renderà conto di chi sia veramente la sua carceriera, della sua psicosi condita da un'astuzia lucidissima, del suo passato da infermiera diplomata con i massimi voti e del suo passato da  Dragon Lady, come fu ribattezzata dai media in seguito agli spiacevoli fatti che la interessarono durante la sua carriera. 
Paul tenterà di escogitare una fuga ma, tra gambe rotte ecc gli sarà impossibile fuggire, per avere una svolta dovremmo attendere l'epilogo finale del libro. Le condizioni fisiche e psicologiche dello scrittore andranno peggiorando sempre più, ma la sua vena creativa rinascerà nel nome di Misery, portandolo paradossalmente a scrivere il suo miglior libro.


Questo è il primo libro che ho letto di Stephen King e posso dire che leggerò sicuramente altro, mi è piaciuto. Ha una bella trama, è ben scritto e il personaggio di Annie è l'antagonista ideale. E' proprio spontaneo immaginarsela in tutta la sua gamma di espressioni e di emozioni sconnesse.. in un certo senso, vi è una sorta di immedesimazione in Paul quando cerca le parole giuste con cui rivolgersi alla sua carceriera. Un personaggio "semplice" a prima vista, che riserva sempre più sorprese proseguendo con la narrazione.
"C'è una cosa però che vorrei lasciarti su cui meditare. Forse tu pensi di potermi giocare o ingannare. So che sembro lenta e stupida. Ma io non sono stupida, Paul, e non sono nemmeno lenta"
Nonostante l'apparire goffo e talvolta bambinesco, è astuta, fredda e calcolatrice. Se non fosse una spietata assassina sadica e puzzolente mi starebbe quasi simpatica. 
Paul, dal canto suo, è per lo più impegnato nel libro - la sua opera migliore - e nel tentativo disperato di sottrarsi ad Annie, cercare una via di fuga  e stare un passo davanti a lei. Ovviamente non riuscirà mai a sfuggire al controllo della "Dea", si troverà annullato finirà con l'essere un topo in gabbia consapevole della sua condizione, completamente assoggettato e terrorizzato all'idea di contrastarla, in un crescendo di ansia, dolore e psicosi. Tutto ciò si nota per lo più nella parte finale del libro, quando Paul sembra aver perso ormai ogni speranza.. prima dell'epilogo.
Ecco.. il finale.. mi sono mantenuta sul vago per non rovinare il libro a nessuno, ma ora mi sbilancerò un attimo parlando delle pagine conclusive, quindi se volete leggerlo chiudete qui e tanti saluti :) 
Il finale mi ha deluso. Insomma, è una specie di "il bene trionfa, la pazza è morta". E' una cosa banale e già vista, è il più scontato dei finali, quello che appaga una sorta di "senso di giustizia".. cazzate. Le ultime 100 pagine convergono verso quel finale, appena fa la sua comparsa il povero giovane poliziotto e fa la sua indegna fine diventa abbastanza logico ciò che accadrà in seguito.. se non nelle modalità, almeno nel risultato finale. Annie sarebbe spacciata in ogni caso, ma perchè non eliminare Paul? Eliminiamo Paul, arrestiamo Annie, un bel processo e un monologo malatissimo di 5 pagine in cui la Dragon Lady da fondo a ogni riserva di pazzia, prima dell'esecuzione. Avrebbe allungato il tutto di altre 100 pagine ma sarebbe stato molto più figo. Ma sono dettagli, Signor Furbetto


lookoufortheaxe

Buon 2012 a tutti. Iniziamo l'anno con i Ra Ra Riot - Ghost Under Rocks
* Ho visto il film. Anche se non è la fedele riproduzione del libro - insomma, Annie beveva Pepsi, non Coca Cola - è carino, e la Bates è una grande. Ve lo consiglio, ma tenete ben presente che è solo ispirato a Misery, non c'è nessuna Annie che falcia poliziotti, nessuna Annie sbrodolante gelato.. e, soprattutto, neanche uno SPORCA BURBA. Questa è la pecca più grande.
Lovely.