" Non avevamo idea di come ribattere, così l'insegnante aggiunse: « Sapevate che l'anno scorso l'otto virgola cinque per cento dei bambini sotto i dieci anni ha tentato il suicidio? », il che mi ammutolì per il resto degli incontri. Sentii un'altra insegnante dire a una coppia preoccupata: « Forse è per questo che vostro figlio potrebbe sviluppare difficoltà nei rapporti interpersonali » , mostrando alla coppia un ornitorinco disegnato dal bambino e sottolineando il fatto che l'ornitorinco medio aveva di solito un'aria « meno disturbata ». A un certo punto Jayne mormorò « Io faccio yoga », e leggemmo uno sconvolgente componimento di Sarah intitolato «Vorrei Essere Un Piccione » che ridusse Jayne in lacrime. Io mi limitai a fissare muto i disegni raffiguranti Terby - ce n'erano a dozzine - che svolazzava sopra una casa simile alla nostra, arrabbiato e in assetto da combattimento. Ai genitori vennero distribuiti kit antistress che contenevano, tra le altre cose, un libro intitolato Un'erbaccia può diventare un fiore. Quegli incontri mi avevano ferito abbastanza. Il sogno si era interrotto e io avevo bisogno che continuasse. "
Eccoci con il mio secondo libro di Ellis appena terminato. Il primo fu American Psycho e come primo approccio non fu certo dei più delicati, ma tutto sommato c'era del buono (non certo in senso letterale), la scrittura e l'autore hanno continuato ad incuriosirmi finchè ho deciso di comprare Lunar Park, qualche giorno fa.
Ellis racconta la sua storia in prima persona prestando l'identità al protagonista del romanzo, che andrà a descriverci dodici travagliatissimi giorni che porteranno alla distruzione della sua "famiglia". Nell'introduzione fortemente autobiografica racconta della sua vita sregolata, dell'improvviso successo, dei soldi, delle donne, del tour per Glamorama e della sua vita mondana tra alcool e droga. Da qui inizia la finzione narrativa, con la notizia dell'indesiderata gravidanza della compagna, la stella del cinema Jayne Dennis e, anni dopo, la decisione di Bret di tentare di costruirsi una famiglia con Jayne, il figlio Robby e la seconda figlia di Jayne, Sarah. Dopo quattro faticosi mesi di convivenza di questa famiglia improvvisata, Bret decide di dare una festa per Halloween.. e da qui ne succedono di ogni.
Ma di ogni veramente.. tra queste pagine c'è di tutto, succedono talmente tante cose che per buona parte del libro si va avanti solo per cercare di capire chi sia a fare cosa, cosa sia in realtà il bambolotto di Sarah, perchè bambini scompaiano in continuazione, chi sia il ragazzo incontrato da Bret nel suo ufficio all'università. Più si va avanti più aumenta la curiosità, la vicenda assume sfumature sempre più inquietanti e intanto scopriamo l'avversione di Bret nei confronti del padre e parti considerevoli del suo passato. La vita familiare è un bel casino, Robby rifiuta la figura paterna e mostra una freddezza disarmante, Sarah è una bambina con forti problemi emotivi. La vita extra familiare è un super casino, Bret frequenta una studentessa dell'università in cui tiene un corso di scrittura creativa, finchè un giorno la ragazza fa perdere le sue tracce, intanto vede una consulente matrimoniale, e vive la vita frivola delle celebrità. Tutto ciò che sta accadendo parrebbe ricollegabile ad una sola persona, mentre in tutto il Midland si sussegue una serie di cruenti omicidi le cui modalità appaiono chiaramente ispirate a quelle descritte anni prima in American Psycho. Insomma, è come se Patrick Bateman (protagonista di American Psycho) fosse in circolazione nel mondo reale. Lo so, non si capirà una cippa da questa descrizione, ma è già tanto stare dietro al libro durante la lettura, sono tutte storie dopotutto. Questa è, molto più o meno all'incirca, la trama nella prima metà, la seconda la lascio a voi.
Il tutto prende una via sempre più paranormale e il personaggio di Bret diventa morboso e noiosetto. E non sopporto quel genere di personaggi molto all'americana, sofisticati, quei personaggi che imprecano dicendo "Gesù!", che si drogano ogni due pagine così che l'autore si metta ad elencare droghe, farmaci e compagnia bella, sono tutti talmente incasinati e irrealistici da innervosirmi. La sensazione è che in questo libro sia piantato un po' di tutto, manca un'invasione aliena o una guerra atomica per completare il quadro.
Bret è il personaggio, Bret è l'autore e Bret è lo scrittore.. e alla fine Bret è ogni altro personaggio. Sì, e poi?
E poi, tutto sommato, tra assurdità e Vicodin, mi ha fatto pensare abbastanza. E quel Terby, il pupazzo di Sarah, è come se lo vedessi chiaramente sfogliando le pagine.. Terby è grottesco, ma ti prende l'ansia, mentre senti grattare la porta e finisci col cercare su youtube The Way We Were. Non c'è nulla di particolarmente violento in Lunar Park, ma non sono quasi mai stata completamente tranquilla leggendolo, l'impatto è stato più forte rispetto a quello di un Patrick Bateman che viviseziona ragazze a vanvera.
E' tutto una follia via l'altra via l'altra via l'altra, fino al finale, all'ultima storia che resta da scrivere, alle due bellissime pagine finali. Non ne so neanche bene il motivo, ma quelle ultime pagine le ho rilette tre volte, vorrei scriverle tutte qui e farle leggere anche a voi, ma poi che gusto ci sarebbe? Ognuno interpreti a suo modo, ognuno veda quel che gli piace vedere. C'è chi ritiene questo libro spazzatura e chi un capolavoro, chi penserà "wow" e chi "ma che è sta roba".. capisco entrambi gli atteggiamenti. Il mio potremmo definirlo un "wow, ma che è sta roba?".
E' questa l'uscita?
lookoutfortheblablablah
p.s Buon Natale a tutti, ho ricevuto in regalo da un'amica "Il Commesso", di Malamud, che qui a Pavia sembrava introvabile.. yeah. Ah, sentite qui.