look out for the bla bla blah
martedì 17 febbraio 2015
oggi ho portato a tosare il cane. è diventato un quarto di cane i cui tre quarti sono testa ed il resto un minuscolo corpicino glabro o quasi, ricciolini bianchi e qua e là pelle rosa che spunta. non vi dico i genitali ormai totalmente esposti, roba da mutande con elastico spesso. barboncino, sei un barboncino oliver. sei là nell'olimpo dei cagnetty fèscion, sei profumato e toelettato che non ci si crede due giorni fa fossi a riempirti di frasche e fango e schifo e sporcare i pantaloni di thias con le zampe lerce e il pelo ormai nero. e poi lavarti, neanche un cacchio di cappottino ti ho comprato, il cappottino per i cagnetty l'hai avuto solo oggi. socializzo un sacco da quando i miei hanno sfrattato il cane e per non disturbar troppo coinquiline varie mi tocca portarlo ovunque io vada tranne università e ospedale. ha conosciuto quasi ogni mio amico, siamo stati in birreria, al giapponese, in parchi, in centro e la sera il giorno la notte sempre insieme io e oliver mimi e cocò. ha conosciuto quasi tutti quelli che avrei voluto presentargli, ha conosciuto tutti quelli che avrei potuto presentargli. chi si è perso?
domenica 25 marzo 2012
Antonio Tabucchi
Ho conosciuto Tabucchi grazie alla mia prof di italiano. Nell'estate della quarta tra i libri da leggere spuntava Sostiene Pereira.. presto comprato alla Feltrinelli e finito in un paio di giorni.
Da quel momento ho cercato di leggere il più possibile di questo grande autore, di informarmi riguardo la sua vita e quella Lisbona che amava. Così ho conosciuto libri come Notturno Indiano, Requiem, Tristano muore, Piccoli equivoci senza importanza.. grazie a lui ho scoperto Pessoa e ho visitato Lisbona e sperato di vedere quel caspita di caffè A Brasileira.
Antonio Tabucchi era un grande scrittore e va ricordato per tutto ciò che ha donato alla nostra letteratura, in questo Paese che non sa apprezzare tante cose, che non sa vedere oltre e attribuire i giusti meriti.
Tabucchi ha sempre avuto ragione nel sostenere le sue posizioni, e i signori nessuno che dalle pagine di giornalacci come Libero e Il Giornale sdegnano un ricordo, quasi fosse il più insulso dei narratori, rappresentano pienamente quell'Italia orribile, malata e vergognosa che Tabucchi ha sempre condannato.
I tuoi lettori non ti dimenticheranno mai.
domenica 29 gennaio 2012
Salò o le 120 giornate di Sodoma, P.P Pasolini
Ho un po' di influenza, sono stata a casa stasera. Ho mangiato polpo con patate e visto la prima nevicata dell'anno, abbastanza decente da lasciare una lieve spolverata bianca sul record in giardino. Che fare? Giocava la Juve, ma non avevo molta voglia di calcio (vittoria, comunque :D). Guardiamo un film.
Non chiedetemi come nè perchè, ma stasera mi sono ritrovata a vedere Salò o le 120 giornate di Sodoma. Uno di quei film su cui c'è sempre talmente tanto blablablah in ballo da incuriosire un po' tutti, no? Qualche tempo fa sono capitata su una sorta di classifica dei film più inquietanti della storia del cinema, e tra Freaks e varie, il made in Italy si faceva valere con Pasolini e Salò. L'ho cercato su YouTube ed ecco comparire il film completo delle sue due pesanti orette: http://www.youtube.com/watch?v=50P24ccrdSM .
Non so quanto ci si possa tenere a vedere un film simile, ma solo ora mi rendo conto che è veramente un gran spreco di tempo. La trama è stra-nota, questi quattro sadici fascisti, simbolo dei più importanti poteri statali, si rinchiudono in una villa enorme con 18 giovani rapiti, metà ragazzi e metà ragazze, e danno fondo alle loro perversioni. La narrazione è divisa in quattro "capitoli" da mezz'ora l'uno, incentrati sull'argomento principale delle perversioni rappresentate e i contenuti si rifanno in parte all'opera di De Sade. La giornata inizia con i racconti di tre prostitute d'aldo bordo (insomma, escort vintage) che ci delizieranno con ricordi d'infanzia e di clienti particolarmente esigenti. Sulla scia del racconto delle inquietantissime prosti (una con lo stesso cognome della mia prof di latino del liceo, fatto ancor più inquietante) i quattro compagnoni ci daranno dentro a modo loro, provocandosi piacere e provocandoci conati di vomito.
Diciamo che Pasolini c'è andato giù abbastanza pesante, certe scene sono agghiaccianti, esagerate, bisogna pensare intensamente "è un film, è un film, è un film, è finto", oppure "è cioccolato, è cioccolato, è cioccolato" per riuscire a vederlo fino alla fine. E ne vale la pena? Ma proprio no. Il classico film considerato una specie di capolavoro, ma che non vedreste mai, non consigliereste mai e non riguardereste mai più. Pasolini avrà pur voluto usare il sesso, la lunga lista di perversioni e i personaggi, come metafora della società malata e le solite storie da intellettuale, ma nel farlo si spinge molto oltre, cadendo in una volgarità talvolta puramente ironica ma pur sempre pesante e quasi banale. Dopo un po' quel che vedete non vi fa nè caldo nè freddo, il film si trascina verso il finale e ci si annoia.
Queste due ore di sadomasochismo, coprofagia, sadismo e chi più ne ha più ne metta, non mi hanno lasciato assolutamente nulla, nessuna riflessione profonda sulle dinamiche del potere, nessuna voglia di pensare più di tanto a quel che ho visto per trarne conclusioni.
Insomma, il messaggio è chiaro, condivisibile o meno che sia, si deduce chiaramente come Pasolini voglia denunciare i soprusi del potere e della sottomissione, in maniera forte e decisa, prendendo e sconvolgendo la natura.. il problema è che in queste due ore, il messaggio pare quasi un contorno al niente.
La cosa più inquietante è che i quattro protagonisti sembrano quasi reali. D:
P.s chiaramente ci sarà chi è in totale disaccordo con le mie opinioni. Diciamo che ho visto il film per quello che è, un "film", da spettatrice media senza grandi pretese. In caso voi siate sofisticati conoscitori di cinema, deridete pure le mie ignoranti idee. Quindi peace.
Restiamo in tema con Ostia (The Death of Pasolini) - Coil
lookoufortheblablablah
domenica 22 gennaio 2012
!!!
no-one wants to live this fiction
where didn’t we go wrong?
with a clear eye
and a clouded mind
www.nadasurf.com
p.s Non capisco perchè ultimamente la maggior parte del mio traffico venga da un sito russo. |: Beh, до свидания.
giovedì 12 gennaio 2012
Your floating down a tunnel
In a little wooden box
Your cold and your lonely and enveloped in fog
You've been prized open and left here to die
You should've trusted your instincts
'Cause they don't tell lies
Something always goes wrong when things are going right
You've swallowed your pride
To quell the pain inside
Someone captured your heart
Like a thief in the night
And squeezed all juice out until it ran dry
You've been read like an open book
Page by page
You'll never tell anyone your inner thoughts again
You were taken in
By a heart of fools gold
Now your drifting in circles
In the depths of your soul
In a little wooden box
Your cold and your lonely and enveloped in fog
You've been prized open and left here to die
You should've trusted your instincts
'Cause they don't tell lies
Something always goes wrong when things are going right
You've swallowed your pride
To quell the pain inside
Someone captured your heart
Like a thief in the night
And squeezed all juice out until it ran dry
You've been read like an open book
Page by page
You'll never tell anyone your inner thoughts again
You were taken in
By a heart of fools gold
Now your drifting in circles
In the depths of your soul
venerdì 6 gennaio 2012
Il commesso, Bernard Malamud
Premessa fondamentale: questo libro è bellissimo, LEGGETELO. Il fatto che fra gli scaffali della Feltrinelli a Pavia non vi sia traccia di Malamud è un vero peccato. Chiara prima di trovare questo libro ha girato Feltrinelli, Voltapagina, CLU e alla fine ha trovato l'ultimissima copia alla libreria universitaria.. e per recuperargliela l'hanno fatta tornare mezz'ora dopo perchè non lo trovavan più.
Gli scaffali sono pieni di ogni cazzata pseudointellettuale di Baricco e questo non lo si trova da nessuna parte.
"Non era il tipo d'uomo di cui desiderava innamorarsi. Se lo disse con tutta chiarezza, perchè fra gli altri lati negativi c'era in lui anche una certa evasività, qualche cosa di nascosto. A volte gli appariva più di quel che era, altre volte meno. Le sue aspirazioni, avvertiva Helen, erano qualcosa di diverso dalla personalità ch'egli mostrava quando non si sforzava. Ma lui sembrava sempre sforzarsi, più o meno: diverso dunque dalla personalità che mostrava quando si sforzava di meno. Helen non riusciva a spiegarsi completamente questo fatto: se Frank, quando si sforzava, riusciva ad apparire migliore, più intelligente, più saggio, voleva dire che aveva in sè queste qualità, perchè dal nulla uno non le poteva creare. Non erano soltanto apparenza. Eppure egli nascondeva le due doti e nascondeva le sue manchevolezze. Da buon prestigiatore, con una mano mostrava le carte e con l'altra le faceva sparire."
(Mmh. Sicuramente questo non sarà il passaggio più incisivo, ma è talmente..vero?! )
Questa è una storia semplice, se così si può dire. Siamo in un angolo di Manhattan, in un quartiere di immigrati in cui poche famiglie ebree gestiscono vari negozi. Una è la famiglia Bober, il capo famiglia Morris gestisce un negozio di alimentari con l'aiuto della moglie e della figlia, che versa il suo stipendio per aiutare la famiglia a tirare avanti. I Bober annasperanno sempre più in cerca di un compratore a cui cedere a poco il negozio, ma le cose inizieranno a cambiare dopo un aggressione ai danni di Morris e l'arrivo di Frank Alpine, commesso italiano. Frank cercherà di risollevare le sorti del negozio e conquistarsi la fiducia dei Bober, tra alti e bassi.
Fondamentalmente questa è la trama del libro, segno che non ci vuole chissà che cosa intricata per scrivere un bel libro. Aaaalleluiaaaa!
E' un romanzo che si legge veramente molto in fretta, scorre bene ed è un vero piacere per i lettori. La scrittura di Malamud è incisiva, è un narratore capace di inserire molti spunti interessanti, che rende al massimo l'idea dei suoi personaggi sia nell'aspetto fisico sia nel carattere e nei modi e che ricostruisce alla perfezione le dinamiche dei rapporti umani e le idee che scorrono in quelle strane testoline (le nostre, tra l'altro). Le preoccupazioni di Morris Bober per l'andamento del negozio, il senso di frustrazione per non poter offrire una carriera universitaria alla figlia, il rapporto teso con la moglie e la consapevolezza di essere una persona onesta circondata da avidi profittatori finiscono col renderlo un personaggio a cui ci si affeziona facilmente, perchè le sue non sono le paranoie di un assurdo carattere immaginario, sono le preoccupazioni di un comune uomo, marito e padre. Morris ad un certo punto sarà costretto a uscire per cercare un lavoro si vedrà rifiutato o snobbato, 55 anni a spasso a proporsi come cameriere o cassiere o quel che capita. Questa non è finzione, è realtà, ed è pure attuale. Nonostante tutto il negoziante resterà fino alla fine una persona onesta, pronta ad aiutare il prossimo e quelle volte in cui si troverà inevitabilmente a pensar male di qualcuno se ne vergognerà, cercherà di tirare avanti onestamente anche quando la situazione sembrerà irrecuperabile.
A fianco di Morris troviamo la moglie Ida. Ida è una donna decisa, convinta di sapere cosa sia meglio per tutti, soprattutto per la figlia. Si opporrà sempre e comunque al rapporto fra Helen e Frank, perchè lei e solo lei sa cosa sia meglio per la figlia e la sua rispettabilità, perchè vuole che abbia un futuro sicuro e un nome. Non vuole che faccia la sua stessa fine, sposata a un signor nessuno e rintanata tutta la vita in un negozio polveroso ad assistere un marito troppo remissivo. E' un personaggio che reincarna un certo genere di madre e moglie realmente esistente, che fondamentalmente fa arrabbiare, ma fa anche tenerezza.
Helen è una ragazza comune, vorrebbe studiare, uscire dalla realtà del negozio, trovare un marito e costruirsi una vita lontano da quel piccolo angolo di Manhattan. I genitori vorrebbero per lei un ragazzo ebreo, istruito e facoltoso che possa garantirle una vita agiata restando all'interno della comunità ebraica. E mentre le pressioni della madre aumenteranno in tal senso, lei si avvicinerà sempre di più a Frank Alpine, il goy (ragazzo non ebreo) italiano commesso al negozio del padre. Non sarà facile decidere di assecondare i suoi sentimenti per Frank pur sapendo di deludere i genitori e probabilmente se stessa, temendo sempre di vedere in lui qualcosa che forse non c'è veramente ma finendo col fidarsi comunque. Insomma qui ci sono le basi della contorta psicologia femminile! Frank avrebbe potuto iniziare l'università, farsi una posizione, darsi una sistemata e diventare il marito ideale. Giusto.. il problema è l' "ideale".
Frank Alpine.. ecco a voi "Il commesso". Frank si troverà a lavorare gratuitamente da Morris per sistemare una questione in sospeso con il negoziante, fino a conquistarsi una paga e ottenere la fiducia di Morris. Si darà molto da fare in negozio per migliorare la situazione dei Bober e ottenere i favori di Helen. Frank viene da un passato di criminalità e vita dura e vede il lavoro come un riscatto, la possibilità di rifarsi un nome nell'onestà, vivendo del proprio guadagno e diventando una persona rispettabile. Con la malattia di Morris arriveranno a tirare avanti solo grazie a lui e anche Ida abbasserà la guardia nei suoi confronti, ma solo dopo l'allontanamento da Helen. Frank riuscirà in tempi record a costruire e distruggere un rapporto con la ragazza, mettendoci impegno e sentimenti ma sforzandosi quasi sempre per mostrarle qualcosa di diverso dal vero lui, per attirare le sue attenzioni e far sì che lei inizi ad interessarsi vincendo pregiudizi e perplessità varie. Ma ecco che quando le cose sembrano andare per il verso giusto un Frank con un po' troppo alcool in corpo distrugge tutta la fiducia faticosamente conquistatasi. Tutto ciò serve a smuovere la situazione e portare un cambiamento nel personaggio, idealmente potremmo vedere il cammino dei Frank come un percorso di crescita all'interno della storia, un percorso segnato da alti e bassi ma destinato comunque al riscatto del ragazzo. Dopo questa brusca discesa ci sarà un cambiamento in Frank, capiremo a fondo la sincerità del suo comportamento, il senso morale e l'amore incondizionato per Helen e la famiglia Bober.
Si può cambiare imparando ad essere persone migliori, seguendo quel buono che fondamentalmente c'è in tutti e che talvolta annaspa sgomitando a fatica tra difetti e cattiverie. In noi c'è la possibilità di riscattarci e conquistare qualcosa, nonostante gli errori che la nostra natura ci porterà inevitabilmente a fare e le persone che ci stanno intorno. E se quelle persone non ti piacciono lasciale lì, vai altrove e trova altro, non pensare più a quel che eri e a quel che facevi, perchè chi sei ora è quello che conta, yeah.
Ciò che ho preferito del libro è il suo realismo. Insomma, tutto ciò che ci troviamo scritto potrebbe essere realmente successo, non sono fatti assurdi e impensabili, sono tante semplici verità.
Gli scaffali sono pieni di ogni cazzata pseudointellettuale di Baricco e questo non lo si trova da nessuna parte.
"Non era il tipo d'uomo di cui desiderava innamorarsi. Se lo disse con tutta chiarezza, perchè fra gli altri lati negativi c'era in lui anche una certa evasività, qualche cosa di nascosto. A volte gli appariva più di quel che era, altre volte meno. Le sue aspirazioni, avvertiva Helen, erano qualcosa di diverso dalla personalità ch'egli mostrava quando non si sforzava. Ma lui sembrava sempre sforzarsi, più o meno: diverso dunque dalla personalità che mostrava quando si sforzava di meno. Helen non riusciva a spiegarsi completamente questo fatto: se Frank, quando si sforzava, riusciva ad apparire migliore, più intelligente, più saggio, voleva dire che aveva in sè queste qualità, perchè dal nulla uno non le poteva creare. Non erano soltanto apparenza. Eppure egli nascondeva le due doti e nascondeva le sue manchevolezze. Da buon prestigiatore, con una mano mostrava le carte e con l'altra le faceva sparire."
(Mmh. Sicuramente questo non sarà il passaggio più incisivo, ma è talmente..vero?! )
Questa è una storia semplice, se così si può dire. Siamo in un angolo di Manhattan, in un quartiere di immigrati in cui poche famiglie ebree gestiscono vari negozi. Una è la famiglia Bober, il capo famiglia Morris gestisce un negozio di alimentari con l'aiuto della moglie e della figlia, che versa il suo stipendio per aiutare la famiglia a tirare avanti. I Bober annasperanno sempre più in cerca di un compratore a cui cedere a poco il negozio, ma le cose inizieranno a cambiare dopo un aggressione ai danni di Morris e l'arrivo di Frank Alpine, commesso italiano. Frank cercherà di risollevare le sorti del negozio e conquistarsi la fiducia dei Bober, tra alti e bassi.
Fondamentalmente questa è la trama del libro, segno che non ci vuole chissà che cosa intricata per scrivere un bel libro. Aaaalleluiaaaa!
E' un romanzo che si legge veramente molto in fretta, scorre bene ed è un vero piacere per i lettori. La scrittura di Malamud è incisiva, è un narratore capace di inserire molti spunti interessanti, che rende al massimo l'idea dei suoi personaggi sia nell'aspetto fisico sia nel carattere e nei modi e che ricostruisce alla perfezione le dinamiche dei rapporti umani e le idee che scorrono in quelle strane testoline (le nostre, tra l'altro). Le preoccupazioni di Morris Bober per l'andamento del negozio, il senso di frustrazione per non poter offrire una carriera universitaria alla figlia, il rapporto teso con la moglie e la consapevolezza di essere una persona onesta circondata da avidi profittatori finiscono col renderlo un personaggio a cui ci si affeziona facilmente, perchè le sue non sono le paranoie di un assurdo carattere immaginario, sono le preoccupazioni di un comune uomo, marito e padre. Morris ad un certo punto sarà costretto a uscire per cercare un lavoro si vedrà rifiutato o snobbato, 55 anni a spasso a proporsi come cameriere o cassiere o quel che capita. Questa non è finzione, è realtà, ed è pure attuale. Nonostante tutto il negoziante resterà fino alla fine una persona onesta, pronta ad aiutare il prossimo e quelle volte in cui si troverà inevitabilmente a pensar male di qualcuno se ne vergognerà, cercherà di tirare avanti onestamente anche quando la situazione sembrerà irrecuperabile.
A fianco di Morris troviamo la moglie Ida. Ida è una donna decisa, convinta di sapere cosa sia meglio per tutti, soprattutto per la figlia. Si opporrà sempre e comunque al rapporto fra Helen e Frank, perchè lei e solo lei sa cosa sia meglio per la figlia e la sua rispettabilità, perchè vuole che abbia un futuro sicuro e un nome. Non vuole che faccia la sua stessa fine, sposata a un signor nessuno e rintanata tutta la vita in un negozio polveroso ad assistere un marito troppo remissivo. E' un personaggio che reincarna un certo genere di madre e moglie realmente esistente, che fondamentalmente fa arrabbiare, ma fa anche tenerezza.
Helen è una ragazza comune, vorrebbe studiare, uscire dalla realtà del negozio, trovare un marito e costruirsi una vita lontano da quel piccolo angolo di Manhattan. I genitori vorrebbero per lei un ragazzo ebreo, istruito e facoltoso che possa garantirle una vita agiata restando all'interno della comunità ebraica. E mentre le pressioni della madre aumenteranno in tal senso, lei si avvicinerà sempre di più a Frank Alpine, il goy (ragazzo non ebreo) italiano commesso al negozio del padre. Non sarà facile decidere di assecondare i suoi sentimenti per Frank pur sapendo di deludere i genitori e probabilmente se stessa, temendo sempre di vedere in lui qualcosa che forse non c'è veramente ma finendo col fidarsi comunque. Insomma qui ci sono le basi della contorta psicologia femminile! Frank avrebbe potuto iniziare l'università, farsi una posizione, darsi una sistemata e diventare il marito ideale. Giusto.. il problema è l' "ideale".
Frank Alpine.. ecco a voi "Il commesso". Frank si troverà a lavorare gratuitamente da Morris per sistemare una questione in sospeso con il negoziante, fino a conquistarsi una paga e ottenere la fiducia di Morris. Si darà molto da fare in negozio per migliorare la situazione dei Bober e ottenere i favori di Helen. Frank viene da un passato di criminalità e vita dura e vede il lavoro come un riscatto, la possibilità di rifarsi un nome nell'onestà, vivendo del proprio guadagno e diventando una persona rispettabile. Con la malattia di Morris arriveranno a tirare avanti solo grazie a lui e anche Ida abbasserà la guardia nei suoi confronti, ma solo dopo l'allontanamento da Helen. Frank riuscirà in tempi record a costruire e distruggere un rapporto con la ragazza, mettendoci impegno e sentimenti ma sforzandosi quasi sempre per mostrarle qualcosa di diverso dal vero lui, per attirare le sue attenzioni e far sì che lei inizi ad interessarsi vincendo pregiudizi e perplessità varie. Ma ecco che quando le cose sembrano andare per il verso giusto un Frank con un po' troppo alcool in corpo distrugge tutta la fiducia faticosamente conquistatasi. Tutto ciò serve a smuovere la situazione e portare un cambiamento nel personaggio, idealmente potremmo vedere il cammino dei Frank come un percorso di crescita all'interno della storia, un percorso segnato da alti e bassi ma destinato comunque al riscatto del ragazzo. Dopo questa brusca discesa ci sarà un cambiamento in Frank, capiremo a fondo la sincerità del suo comportamento, il senso morale e l'amore incondizionato per Helen e la famiglia Bober.
Si può cambiare imparando ad essere persone migliori, seguendo quel buono che fondamentalmente c'è in tutti e che talvolta annaspa sgomitando a fatica tra difetti e cattiverie. In noi c'è la possibilità di riscattarci e conquistare qualcosa, nonostante gli errori che la nostra natura ci porterà inevitabilmente a fare e le persone che ci stanno intorno. E se quelle persone non ti piacciono lasciale lì, vai altrove e trova altro, non pensare più a quel che eri e a quel che facevi, perchè chi sei ora è quello che conta, yeah.
Ciò che ho preferito del libro è il suo realismo. Insomma, tutto ciò che ci troviamo scritto potrebbe essere realmente successo, non sono fatti assurdi e impensabili, sono tante semplici verità.
lookoufortheblablablah
Ora ricomincerà l'università, ho un esame alla fine di Gennaio e probabilmente non avrò quasi più tempo per leggere. :(
Un saluto e Incinerate - Sonic Youth.
domenica 1 gennaio 2012
Misery, Stephen King
"La osservava attentamente e di nuovo scorse nei suoi occhi un bagliore d'incertezza, il desiderio di credergli. Bene. Molto bene. Le rivolse l'espressione più sincera che gli riuscì di confezionare e di nuovo immaginò in cuor suo di conficcarle un coccio di vetro in gola, per far defluire una volta per tutte il sangue da quel suo pazzo cervello"
La trama di Misery è più o meno nota a tutti, grazie anche al film di Rob Reiner "Misery non deve morire" (devo ancora vederlo, non vedo l'ora di osservare l'adorabile Kathy Bates di "Pomodori verdi fritti" e "A proposito di Schmidt" mentre da fuori di matto e si guadagna l'Oscar :D *). Siamo alle prese con lo scrittore Paul Sheldon, autore della serie di romanzi incentrati sulla figura di Misery, eroina delle lettrici americane e soprattutto, eroina di Annie Wilkes. Un giorno Paul si sveglierà proprio a casa di quest'ultima, ma non pensiamo a una liaision (sempre che si scriva così) amorosa o roba del genere.. la caritatevole Annie ve la immaginereste risalire la montagna a bordo del vecchio Bessie, sperando di non incrociare quelle sporche burbe dei vicini, quei caccolicchio di signor rompiscatole di cui è popolato il mondo, risalire la montagna prudente come Annie sa essere ed imbattersi in un auto capottata a margine dell strada. Fortuna vuole che quell'auto sia del suo scrittore preferito, e che il suo proprietario si trovi ancora all'interno, tramortito e con le gambe maciullate. A questo punto Annie la brava bambina soccorrerebbe il poverino, lo porterebbe all'ospedale e tutti sarebbero contenti. Ma non la nostra Annie, lei è troppo troppo generosa per lasciare che degli sconosciuti si occupino del povero malcapitato, tanto meglio portarselo a casa e curarlo di persona, tanto meglio se si tratta proprio dell'uomo di cui lei è la fan numero 1.
Così Paul Sheldon si risveglia tramortito in una stanza, segni di aghi sulle braccia e una nuova dipendenza da codeina (sotto forma di farmaco immaginario chiamato Novril). Davanti agli occhi questa disgustosa donnona esaltata fan di Misery, Annie Wilkies. Facile intuire che questa proprio normale non sia, che non lascerà andare Paul mai e poi mai, a maggior ragione dopo aver letto l'ultimo capitolo della saga di Misery in cui la malcapitata eroina morirà dando alla luce il figlio.
Da qui inizia una lunga serie di violenze che Annie perpetuerà sul povero Paul, obbligandolo parallelamente a scrivere un nuovo capitolo della saga e tornare a far vivere Misery.
Presto lo scrittore si renderà conto di chi sia veramente la sua carceriera, della sua psicosi condita da un'astuzia lucidissima, del suo passato da infermiera diplomata con i massimi voti e del suo passato da Dragon Lady, come fu ribattezzata dai media in seguito agli spiacevoli fatti che la interessarono durante la sua carriera.
Paul tenterà di escogitare una fuga ma, tra gambe rotte ecc gli sarà impossibile fuggire, per avere una svolta dovremmo attendere l'epilogo finale del libro. Le condizioni fisiche e psicologiche dello scrittore andranno peggiorando sempre più, ma la sua vena creativa rinascerà nel nome di Misery, portandolo paradossalmente a scrivere il suo miglior libro.
Questo è il primo libro che ho letto di Stephen King e posso dire che leggerò sicuramente altro, mi è piaciuto. Ha una bella trama, è ben scritto e il personaggio di Annie è l'antagonista ideale. E' proprio spontaneo immaginarsela in tutta la sua gamma di espressioni e di emozioni sconnesse.. in un certo senso, vi è una sorta di immedesimazione in Paul quando cerca le parole giuste con cui rivolgersi alla sua carceriera. Un personaggio "semplice" a prima vista, che riserva sempre più sorprese proseguendo con la narrazione.
"C'è una cosa però che vorrei lasciarti su cui meditare. Forse tu pensi di potermi giocare o ingannare. So che sembro lenta e stupida. Ma io non sono stupida, Paul, e non sono nemmeno lenta"
Nonostante l'apparire goffo e talvolta bambinesco, è astuta, fredda e calcolatrice. Se non fosse una spietata assassina sadica e puzzolente mi starebbe quasi simpatica.
Paul, dal canto suo, è per lo più impegnato nel libro - la sua opera migliore - e nel tentativo disperato di sottrarsi ad Annie, cercare una via di fuga e stare un passo davanti a lei. Ovviamente non riuscirà mai a sfuggire al controllo della "Dea", si troverà annullato finirà con l'essere un topo in gabbia consapevole della sua condizione, completamente assoggettato e terrorizzato all'idea di contrastarla, in un crescendo di ansia, dolore e psicosi. Tutto ciò si nota per lo più nella parte finale del libro, quando Paul sembra aver perso ormai ogni speranza.. prima dell'epilogo.
Ecco.. il finale.. mi sono mantenuta sul vago per non rovinare il libro a nessuno, ma ora mi sbilancerò un attimo parlando delle pagine conclusive, quindi se volete leggerlo chiudete qui e tanti saluti :)
Il finale mi ha deluso. Insomma, è una specie di "il bene trionfa, la pazza è morta". E' una cosa banale e già vista, è il più scontato dei finali, quello che appaga una sorta di "senso di giustizia".. cazzate. Le ultime 100 pagine convergono verso quel finale, appena fa la sua comparsa il povero giovane poliziotto e fa la sua indegna fine diventa abbastanza logico ciò che accadrà in seguito.. se non nelle modalità, almeno nel risultato finale. Annie sarebbe spacciata in ogni caso, ma perchè non eliminare Paul? Eliminiamo Paul, arrestiamo Annie, un bel processo e un monologo malatissimo di 5 pagine in cui la Dragon Lady da fondo a ogni riserva di pazzia, prima dell'esecuzione. Avrebbe allungato il tutto di altre 100 pagine ma sarebbe stato molto più figo. Ma sono dettagli, Signor Furbetto
La trama di Misery è più o meno nota a tutti, grazie anche al film di Rob Reiner "Misery non deve morire" (devo ancora vederlo, non vedo l'ora di osservare l'adorabile Kathy Bates di "Pomodori verdi fritti" e "A proposito di Schmidt" mentre da fuori di matto e si guadagna l'Oscar :D *). Siamo alle prese con lo scrittore Paul Sheldon, autore della serie di romanzi incentrati sulla figura di Misery, eroina delle lettrici americane e soprattutto, eroina di Annie Wilkes. Un giorno Paul si sveglierà proprio a casa di quest'ultima, ma non pensiamo a una liaision (sempre che si scriva così) amorosa o roba del genere.. la caritatevole Annie ve la immaginereste risalire la montagna a bordo del vecchio Bessie, sperando di non incrociare quelle sporche burbe dei vicini, quei caccolicchio di signor rompiscatole di cui è popolato il mondo, risalire la montagna prudente come Annie sa essere ed imbattersi in un auto capottata a margine dell strada. Fortuna vuole che quell'auto sia del suo scrittore preferito, e che il suo proprietario si trovi ancora all'interno, tramortito e con le gambe maciullate. A questo punto Annie la brava bambina soccorrerebbe il poverino, lo porterebbe all'ospedale e tutti sarebbero contenti. Ma non la nostra Annie, lei è troppo troppo generosa per lasciare che degli sconosciuti si occupino del povero malcapitato, tanto meglio portarselo a casa e curarlo di persona, tanto meglio se si tratta proprio dell'uomo di cui lei è la fan numero 1.
Così Paul Sheldon si risveglia tramortito in una stanza, segni di aghi sulle braccia e una nuova dipendenza da codeina (sotto forma di farmaco immaginario chiamato Novril). Davanti agli occhi questa disgustosa donnona esaltata fan di Misery, Annie Wilkies. Facile intuire che questa proprio normale non sia, che non lascerà andare Paul mai e poi mai, a maggior ragione dopo aver letto l'ultimo capitolo della saga di Misery in cui la malcapitata eroina morirà dando alla luce il figlio.
Da qui inizia una lunga serie di violenze che Annie perpetuerà sul povero Paul, obbligandolo parallelamente a scrivere un nuovo capitolo della saga e tornare a far vivere Misery.
Presto lo scrittore si renderà conto di chi sia veramente la sua carceriera, della sua psicosi condita da un'astuzia lucidissima, del suo passato da infermiera diplomata con i massimi voti e del suo passato da Dragon Lady, come fu ribattezzata dai media in seguito agli spiacevoli fatti che la interessarono durante la sua carriera.
Paul tenterà di escogitare una fuga ma, tra gambe rotte ecc gli sarà impossibile fuggire, per avere una svolta dovremmo attendere l'epilogo finale del libro. Le condizioni fisiche e psicologiche dello scrittore andranno peggiorando sempre più, ma la sua vena creativa rinascerà nel nome di Misery, portandolo paradossalmente a scrivere il suo miglior libro.
Questo è il primo libro che ho letto di Stephen King e posso dire che leggerò sicuramente altro, mi è piaciuto. Ha una bella trama, è ben scritto e il personaggio di Annie è l'antagonista ideale. E' proprio spontaneo immaginarsela in tutta la sua gamma di espressioni e di emozioni sconnesse.. in un certo senso, vi è una sorta di immedesimazione in Paul quando cerca le parole giuste con cui rivolgersi alla sua carceriera. Un personaggio "semplice" a prima vista, che riserva sempre più sorprese proseguendo con la narrazione.
"C'è una cosa però che vorrei lasciarti su cui meditare. Forse tu pensi di potermi giocare o ingannare. So che sembro lenta e stupida. Ma io non sono stupida, Paul, e non sono nemmeno lenta"
Nonostante l'apparire goffo e talvolta bambinesco, è astuta, fredda e calcolatrice. Se non fosse una spietata assassina sadica e puzzolente mi starebbe quasi simpatica.
Paul, dal canto suo, è per lo più impegnato nel libro - la sua opera migliore - e nel tentativo disperato di sottrarsi ad Annie, cercare una via di fuga e stare un passo davanti a lei. Ovviamente non riuscirà mai a sfuggire al controllo della "Dea", si troverà annullato finirà con l'essere un topo in gabbia consapevole della sua condizione, completamente assoggettato e terrorizzato all'idea di contrastarla, in un crescendo di ansia, dolore e psicosi. Tutto ciò si nota per lo più nella parte finale del libro, quando Paul sembra aver perso ormai ogni speranza.. prima dell'epilogo.
Ecco.. il finale.. mi sono mantenuta sul vago per non rovinare il libro a nessuno, ma ora mi sbilancerò un attimo parlando delle pagine conclusive, quindi se volete leggerlo chiudete qui e tanti saluti :)
Il finale mi ha deluso. Insomma, è una specie di "il bene trionfa, la pazza è morta". E' una cosa banale e già vista, è il più scontato dei finali, quello che appaga una sorta di "senso di giustizia".. cazzate. Le ultime 100 pagine convergono verso quel finale, appena fa la sua comparsa il povero giovane poliziotto e fa la sua indegna fine diventa abbastanza logico ciò che accadrà in seguito.. se non nelle modalità, almeno nel risultato finale. Annie sarebbe spacciata in ogni caso, ma perchè non eliminare Paul? Eliminiamo Paul, arrestiamo Annie, un bel processo e un monologo malatissimo di 5 pagine in cui la Dragon Lady da fondo a ogni riserva di pazzia, prima dell'esecuzione. Avrebbe allungato il tutto di altre 100 pagine ma sarebbe stato molto più figo. Ma sono dettagli, Signor Furbetto
lookoufortheaxe
Buon 2012 a tutti. Iniziamo l'anno con i Ra Ra Riot - Ghost Under Rocks
* Ho visto il film. Anche se non è la fedele riproduzione del libro - insomma, Annie beveva Pepsi, non Coca Cola - è carino, e la Bates è una grande. Ve lo consiglio, ma tenete ben presente che è solo ispirato a Misery, non c'è nessuna Annie che falcia poliziotti, nessuna Annie sbrodolante gelato.. e, soprattutto, neanche uno SPORCA BURBA. Questa è la pecca più grande. ![]() |
Lovely. |
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