sabato 24 dicembre 2011

Lunar Park, Bret Easton Ellis

" Non avevamo idea di come ribattere, così l'insegnante aggiunse: « Sapevate che l'anno scorso l'otto virgola cinque per cento dei bambini sotto i dieci anni ha tentato il suicidio? », il che mi ammutolì per il resto degli incontri. Sentii un'altra insegnante dire a una coppia preoccupata: « Forse è per questo che vostro figlio potrebbe sviluppare difficoltà nei rapporti interpersonali » , mostrando alla coppia un ornitorinco disegnato dal bambino e sottolineando il fatto che l'ornitorinco medio aveva di solito un'aria « meno disturbata ». A un certo punto Jayne mormorò « Io faccio yoga », e leggemmo uno sconvolgente componimento di Sarah intitolato «Vorrei Essere Un Piccione » che ridusse Jayne in lacrime. Io mi limitai a fissare muto i disegni raffiguranti Terby - ce n'erano a dozzine - che svolazzava sopra una casa simile alla nostra, arrabbiato e in assetto da combattimento. Ai genitori vennero distribuiti kit antistress che contenevano, tra le altre cose, un libro intitolato Un'erbaccia può diventare un fiore. Quegli incontri mi avevano ferito abbastanza. Il sogno si era interrotto e io avevo bisogno che continuasse. "

 Eccoci con il mio secondo libro di Ellis appena terminato. Il primo fu American Psycho e come primo approccio non fu certo dei più delicati, ma tutto sommato c'era del buono (non certo in senso letterale), la scrittura e l'autore hanno continuato ad incuriosirmi finchè ho deciso di comprare Lunar Park, qualche giorno fa.
Ellis racconta la sua storia in prima persona prestando l'identità al protagonista del romanzo, che andrà a descriverci dodici travagliatissimi giorni che porteranno alla distruzione della sua "famiglia". Nell'introduzione fortemente autobiografica racconta della sua vita sregolata, dell'improvviso successo, dei soldi, delle donne, del tour per Glamorama e della sua vita mondana tra alcool e droga. Da qui inizia la finzione narrativa, con la notizia dell'indesiderata gravidanza della compagna, la stella del cinema Jayne Dennis e, anni dopo, la decisione di Bret di tentare di costruirsi una famiglia con Jayne, il figlio Robby e la seconda figlia di Jayne, Sarah. Dopo quattro faticosi mesi di convivenza di questa famiglia improvvisata, Bret decide di dare una festa per Halloween.. e da qui ne succedono di ogni.
Ma di ogni veramente.. tra queste pagine c'è di tutto, succedono talmente tante cose che per buona parte del libro si va avanti solo per cercare di capire chi sia a fare cosa, cosa sia in realtà il bambolotto di Sarah, perchè bambini scompaiano in continuazione, chi sia il ragazzo incontrato da Bret nel suo ufficio all'università. Più si va avanti più aumenta la curiosità, la vicenda assume sfumature sempre più inquietanti e intanto scopriamo l'avversione di Bret nei confronti del padre e parti considerevoli del suo passato. La vita familiare è un bel casino, Robby rifiuta la figura paterna e mostra una freddezza disarmante, Sarah è una bambina con forti problemi emotivi. La vita extra familiare è un super casino, Bret frequenta una studentessa dell'università in cui tiene un corso di scrittura creativa, finchè un giorno la ragazza fa perdere le sue tracce, intanto vede una consulente matrimoniale, e vive la vita frivola delle celebrità. Tutto ciò che sta accadendo parrebbe ricollegabile ad una sola persona, mentre in tutto il Midland si sussegue una serie di cruenti omicidi le cui modalità appaiono chiaramente ispirate a quelle descritte anni prima in American Psycho. Insomma, è come se Patrick Bateman (protagonista di American Psycho) fosse in circolazione nel mondo reale.
Lo so, non si capirà una cippa da questa descrizione, ma è già tanto stare dietro al libro durante la lettura, sono tutte storie dopotutto. Questa è, molto più o meno all'incirca, la trama nella prima metà, la seconda la lascio a voi.

Il tutto prende una via sempre più paranormale e il personaggio di Bret diventa morboso e noiosetto. E non sopporto quel genere di personaggi molto all'americana, sofisticati, quei personaggi che imprecano dicendo "Gesù!", che si drogano ogni due pagine così che l'autore si metta ad elencare droghe, farmaci e compagnia bella, sono tutti talmente incasinati e irrealistici da innervosirmi. La sensazione è che in questo libro sia piantato un po' di tutto, manca un'invasione aliena o una guerra atomica per completare il quadro. 
Bret è il personaggio, Bret è l'autore e Bret è lo scrittore.. e alla fine Bret è ogni altro personaggio. Sì, e poi? 
E poi, tutto sommato, tra assurdità e Vicodin, mi ha fatto pensare abbastanza. E quel Terby, il pupazzo di Sarah, è come se lo vedessi chiaramente sfogliando le pagine.. Terby è grottesco, ma ti prende l'ansia, mentre senti grattare la porta e finisci col cercare su youtube The Way We Were. Non c'è nulla di particolarmente violento in Lunar Park, ma non sono quasi mai stata completamente tranquilla leggendolo, l'impatto è stato più forte rispetto a quello di un Patrick Bateman che viviseziona ragazze a vanvera.
E' tutto una follia via l'altra via l'altra via l'altra, fino al finale, all'ultima storia che resta da scrivere, alle due bellissime pagine finali. Non ne so neanche bene il motivo, ma quelle ultime pagine le ho rilette tre volte, vorrei scriverle tutte qui e farle leggere anche a voi, ma poi che gusto ci sarebbe? Ognuno interpreti a suo modo, ognuno veda quel che gli piace vedere. C'è chi ritiene questo libro spazzatura e chi un capolavoro, chi penserà "wow" e chi "ma che è sta roba".. capisco entrambi gli atteggiamenti. Il mio potremmo definirlo un "wow, ma che è sta roba?". 
E' questa l'uscita?

lookoutfortheblablablah

p.s Buon Natale a tutti, ho ricevuto in regalo da un'amica "Il Commesso", di Malamud, che qui a Pavia sembrava introvabile.. yeah.  Ah, sentite qui.

sabato 10 dicembre 2011

After Dark, Murakami Haruki

Scritto nel 2004.
Pubblicato in Italia nel 2008 da Einaudi.

Ci ho messo del tempo, ma a poco a poco ho costruito una sorta di mondo mio, di questo sono convinta. Quando sono da sola in quel mio mondo, in una certa misura mi sento tranquilla. Però il fatto stesso che sia stato necessario costruirmi questo mondo, è la prova che ero una persona debole, che venivo ferita facilmente. Inoltre questo mio mondo, visto dal resto della società, è qualcosa di insufficiente, di precario. Come una casa di cartone, che alla prima folata di vento viene spazzata via..

Ho appena terminato la lettura di After Dark, di Murakami Haruki, quindi tutte le considerazioni che farò ora saranno molto immediate. Finita quell'ultima pagina 178 ho alzato la testa e ho pronunciato un eloquentissimo "MAH". Si tratta del secondo libro che leggo di questo autore, dopo Norwegian Wood, e se già il primo libro mi ha dato l'idea che la trama non sia proprio il punto forte nella narrazione, con questo secondo le mie ipotesi hanno trovato conferma.
E' tutto molto bello e rilassante, a partire dall'impostazione narrativa. Il lettore è una specie di telecamera guidata dal narratore, Murakami ci dice dove siamo, ci presenta la scena in atto e ci parla come fossimo tutti lì, accomunati nello spiare i suoi personaggi. La narrazione è scandita da dei piccoli orologi disegnati all'inizio dei capitoli, in modo che vada di pari passo con il sorgere dell'alba e ci accompagni per tutta la notte (After Dark, appunto). Il tutto è molto, come dire, elegante? Sì, penso che sia un genere di scrittura molto "elegante" il suo, che si rispecchia poi nei suoi personaggi. 
Dei personaggi ne sappiam poco e nulla, hanno solo una precisa funzione dall'interno della vicenda e quel che dobbiamo sapere, lo scopriamo dai loro stessi racconti (il che mi piace sempre molto). Troviamo quindi Mari, una diciannovenne che ha deciso di passarsi la nottata via da casa a leggere in un bar, Takahashi, un giovane jazzista fuori tutta notte per le prove con il suo gruppo, le varie donne che lavorano in un love hotel, l'impiegato Shirakawa ed Eri, la sorella di Mari, che due mesi prima ha deciso letteralmente di andarsene "in letargo" e che da quel momento non riemerge dal sonno se non per brevi momenti (improbabile, ma tutto sommato quella di andare in letargo mi pare un'ottima idea).
Non sto a spiegare come tutti questi personaggi siano legati fra di loro, andrei a rivelare quel poco di trama contenuto nel libro e non mi vorreste bene, in caso decidiate di leggerlo.
Le mie considerazioni si limiteranno quindi ai pregi e difetti da me riscontrati, anche se suona un po' tipo elenco della spesa. No, non verrà un elenco della spesa. Penso.
Beh, perchè leggere After Dark? 
E' carino, poco impegnativo e molto veloce nella lettura. Lo stile è piacevole e alcuni spunti possono anche essere interessanti, quando non si cade nel troppo macchinoso e astruso che mi sa un po' di "gnègnègnè" (capito?). Per fare i libri un po' complessati, i libri che vanno. La traduzione è direttamente dal giapponese, il che è sempre un'ottima cosa.
Why not?
Dunque, innanzitutto Einaudi ci propone un'edizione Super ET da 11 euro. 11 euro per 178 pagine, senza introduzioni, senza postfazioni, senza una bella cippazza di nulla. Qualche euro in meno non sarebbe stato male.. o meglio: non sarebbe male fosse la Feltrinelli a pubblicare Murakami, ma questo non c'entra niente. Ad ogni modo, come ho già detto, se cercate un libro con una bella trama che porti a qualcosa, After Dark non fa per voi. La conclusione è sfumatissima, sembra quasi che Murakami abbia iniziato una serie di storie pensando ad un libro da 300 pagine e poi l'abbia concluso improvvisamente 100 pagine prima mettendoci un finale che massì, non dispiace a nessuno, ma lascia tutti perplessi. Appunto: MAH.
Ma sinceramente non posso neanche esprimere chissà che opinione, è il secondo libro che leggo di questo autore e neanche il primo mi aveva proprio entusiasmata. Probabilmente non fa per me, ma tenterò comunque con Dance Dance Dance e 1Q84 (quando quest'ultimo uscirà in un'edizione un po' più economica, mannaggia).

look out for the bla bla blah


Ascoltatevi Human Error, We Were Promised Jetpacks.
da In the Pit of the Stomach (2011). Pauer.